Il grande elefante
Il grande elefante
Storia di uno Schiapoli
Il grande elefante è quello che un linguaggio un po’ datato definirebbe un kolossal: epopea umana, fedeltà storica, picchi drammatici e momenti di pura poesia. Seydou Bamba è cresciuto in Costa d’Avorio con il suo amico Cheik e la bellissima fidanzata Akissi. I due amici vivono in simbiosi, con se stessi, con gli animali, con i miti della loro terra. Quando Awa, la donna di Cheik, viene molestata e questi scompare dopo aver cercato vendetta, la giovinezza di Seydou finisce per sempre, e inizia la ricerca dell’amico, in lungo e in largo per la Costa d’Avorio. Le vicende seguenti lo porteranno a scappar via dall’Africa. Attraversando gli stati in rovina, le tribù ultime custodi di un’umanità ormai scomparsa, la violenza e la miseria, insieme all’anonima schiera di apolidi che marciano verso l’Europa, Seydou morirà a poco a poco, per rinascere in Italia con un nuovo nome, Tembo, che significa “elefante”. A Palermo Tembo inizia a comprendere la sua condizione, lo status suo e di tutti coloro che come lui hanno affrontato la morte nel deserto prima e nel mare poi. Sono tutti schiapòli: schiavi e apolidi insieme. Il linguaggio vicino alla parabola evangelica, all’oralità teatrale, gli inserti poetici, la maestria delle descrizioni, rendono l’opera il tassello di una nuova letteratura.
Mauro Francolini è nato ad Empoli (FI) nel 1957 e dall’età di 10 anni vive a Salerno. La sua scrittura nasce come sperimentazione poetica, con la quale non ha mai smesso di confrontarsi. Ha lavorato per più di venti anni nell’Ostello di Salerno dove venivano ospitati senza preclusione, classificazione, selezione: turisti, immigrati, italiani indigenti, fortificando in lui la tolleranza, la conoscenza e un inedito punto di vista delle differenti culture. È stato fondatore e autore per 15 anni della Compagnia Teatro/Finzione/Realtà portando i suoi testi e la Compagnia stessa nei diversi palcoscenici della strada, dei centri sociali e sanitari, delle carceri. Ha teorizzato il Corpo Comune, gruppo d’arte-vita nato nel 2009. La scrittura autobiografica contaminata con il teatro ha significato, ne Il Grande Elefante, sperimentare una nuova metodologia che si può definire una scrittura orale e non letteraria, il ritmo cambia lì dove cambia la situazione, l’uso verbale si trasforma, non per esigenza strutturale ma come una necessità cinematografica, lo zoom si avvicina o si allontana dal protagonista e quindi la descrizione o il dialogo non può essere più lo stesso.
Mauro Francolini
Maria Rosaria Lanza